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Petizioni ONU per chiedere la sospensione di sfratti in base al Protocollo opzionale del PIDESC (Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali)

L’Assemblea di autodifesa abitativa di Roma ha sollecitato l’intervento del Relatore Speciale ONU sulla casa (Special Rapporteur on Adequate Housing) per chiedere conto al governo italiano della sua grave violazione del diritto internazionale in materia di diritto alla casa. Nel 2022 infatti la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiesto formalmente al Tribunale di Roma di ignorare le richieste di misure cautelari che la Commissione ONU sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR) aveva richiesto per alcuni nuclei di persone vulnerabili sotto sfratto. Dopo aver sospeso diverse esecuzioni di sfratti per persone vulnerabili su richiesta ONU, il Tribunale di Roma ha ubbidito all’ingiunzione governativa, intimando alle persone sotto sfratto di non ricorrere più all’ONU altrimenti avrebbero dovuto pagare i costi del processo. Questa è una violazione intollerabile della separazione tra i poteri, nonché naturalmente dei trattati internazionali, che in Italia sono protetti dalla Costituzione. Ora il Relatore speciale ONU sulla casa ha coinvolto altri quattro relatori speciali – il Relatore per le persone con disabilità, il relatore per l’indipendenza dei giudici, l’esperto sui diritti umani delle persone anziane, e il Relatore sulla povertà estrema – e ha scritto una durissima lettera al governo italiano, chiedendo spiegazioni per il disprezzo dei diritti. Il paradigma dei diritti umani ovviamente è limitato e problematico: ma non per questo i governi devono sentirsi autorizzati a sbattere le persone per strada fregandosene dei più basilari principi di rispetto della dignità delle persone!

  •  La lettera originale si può leggere QUI, e QUI la traduzione in italiano.
  • Leggete anche questa PERIZIA di un esperto di diritto costituzionale sul rispetto dei trattati e delle convenzioni ONU
  • QUI la lettera della Presidenza del Consiglio di Maggio 2022 che chiede al Tribunale di Roma di ignorare l’ONU (traduzione inglese)
  • QUI la lettera al Tribunale di Roma delle due organizzazioni internazionali The Shift e Global Initiative for Economic Social and Cultural Rights
  • E il testo del Protocollo facoltativo a cui si sono appellate le persone sotto sfratto, con la ratifica da parte dell’Italia

Quando queste persone sotto sfratto dell’Assemblea di Autodifesa Abitativa si sono appellate al protocollo facoltativo del Patto Internazionale sui Diritti Economici Sociali e Culturali (OP-ICESCR), la Commissione ONU ha chiesto al Tribunale di sospendere il loro sfratto. Per il diritto internazionale, infatti, uno sfratto senza un’alternativa abitativa dignitosa e consensuale è una violazione.

Dal 2021 l’Assemblea di autodifesa dagli sfratti ha iniziato ad utilizzare uno strumento legale che non era mai stato usato in Italia: le petizioni individuali all’Alto Commissariato per i Diritti Umani (OHCHR). Uno dei trattati che l’Italia ha firmato con l’ONU, infatti (il Patto Internazionale per i diritti economici, sociali e culturali, ratificato nel 1978) stipula che ogni persona ha diritto ad un alloggio dignitoso, e un Protocollo opzionale a questo trattato che l’Italia ha firmato nel 2015 stabilisce che la Commissione che vigila su questo patto può richiedere agli stati firmatari la sospensione dei procedimenti che potrebbero violare questo diritto. A maggio 2021 l’Assemblea ha presentato la prima comunicazione per una donna di Torpignattara, l’ONU ha richiesto la sospensione e il Tribunale ha sospeso lo sfratto; da allora, grazie al lavoro di diffusione e formazione che ha fatto l’Assemblea, sono state presentate più di venticinque richieste da Roma, e altre anche da altre città d’Italia. Le informazioni su come fare petizioni ONU si trovano nel Manuale antisfratto, nella sezione risorse di questo sito. Attenzione: dopo un intervento del Consiglio dei Ministri del 25 maggio 2022, il Tribunale di Roma ha deciso che non avrebbe più accettato sospensioni ONU, contravvenendo pesantemente alla Convenzione di Vienna che impone la buona fede nel rispetto dei trattati. L’Assemblea naturalmente riporterà all’ONU ogni singola violazione, facendone oggetto della revisione periodica annuale che valuterà se l’Italia sta rispettando gli impegni presi. Continuiamo comunque a fare petizioni individuali e a sostenere chi vuole farne.

A settembre 2022 le due organizzazioni non governative internazionali Global Initiative for Economic, Social and Cultural Rights The Shift, quest’ultima diretta dall’ex special rapporteur sulla casa dell’ONU Leilani Farha, hanno scritto una lettera aperta alle autorità italiane chiedendo il rispetto dei trattati internazionali per quanto riguarda gli sfratti. La lettera è disponibile sia in inglese che in italiano. Inoltre, un professore di diritto costituzionale dell’Università Federico II di Napoli ha redatto un parere che conferma il fatto che queste richieste di sospensione sono vincolanti per gli stati membri: se non lo fossero, l’intero sistema burocratico ONU, con tutti gli stipendi e le spese coperte con soldi pubblici, sarebbe costruito sul nulla. Questo parere si può scaricare qui.

Naturalmente, l’Assemblea considera questa risorsa solo come uno strumento strategico per far sì che le persone non vengano sfrattate per un periodo più lungo; non abbiamo bisogno di un Alto Commissariato per sapere che abbiamo diritto alla casa, la nostra concezione del diritto è molto più alta (non riguarda certo la ‘vulnerabilità’ delle persone, bensì la loro dignità!), e soprattutto non abbiamo alcuna fiducia né nell’ONU (basti vedere la Palestina, o il Kurdistan…) né nelle istituzioni dello stato italiano o di qualunque altro stato. Crediamo però che comunicare all’ONU queste violazioni del diritto internazionale sia un modo per mettere le istituzioni di fronte alle loro contraddizioni: gli stati sono completamente cooptati dalle corporazioni private che guardano solo al profitto, ma continuano a presentarsi come garanti di diritti e benessere dei cittadini. Allo stesso tempo, il riconoscimento dell’Alto Commissariato per molte persone rappresenta un momento di rafforzamento della propria convinzione di essere nel giusto, e contribuisce a creare la forza individuale e collettiva, l’unico strumento che può davvero cambiare le cose.

La politica che potrebbe contrastare veramente gli sfratti è il rent control o controllo degli affitti: le istituzioni statali istituiscono che le amministrazioni municipali locali impongono un tetto massimo agli affitti, in modo simile all’antico “equo canone”, ma in linea con modalità di controllo più recenti. Di recente, grazie alla mobilitazione del collettivo Living Rent, la Scozia ha introdotto una regolazione degli affitti. Politiche municipali di rent control sono presenti in molte città del mondo: la più famosa è New York. La città di Berlino ha istituito un tetto massimo agli affitti, e pochi mesi prima anche l’amministrazione catalana ha fatto altrettanto. Una recente risoluzione dell’UE (2019/2187 INI) incoraggia i governi statali a proteggere il diritto alla casa anche attraverso politiche del genere.

Articoli utili:

STORIE DI PERSONE IL CUI SFRATTO E’ STATO BLOCCATO DALL’ONU (da Napolimonitor)